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di volfango Goethe

dalla raccolta
"Teoria della natura"



 
“ Natura! Da essa siamo circondati e avvinti, nè ci è dato uscirne e penetrarvi più a fondo.
Crea eternamente nuove forme, tutto è nuovo e tutt­­­­avia sempre antico.
 Viviamo nel suo seno eppure le siamo estranei, sembra che abbia puntato tutto sulla individualità eppure niente le importa degli individui.
 Vive tutta nei figli, ma la madre, dove è mai?
E’ artista unica: dalla materia più mediocre sino ai più grandi contrasti; senza parvenza di sforzo, sino alla massima perfezione, alla più rigorosa determinatezza è senpre soffusa di una certa tenerezza.
 In essa è eterna vita, divenire e moto e tuttavia non progredisce. Si trasforma eternemente e non vi è momento di quiete. Il soffermarsi non ha per lei alcun significato. Il suo incedere è misurato, le sue eccezioni rare, le sue leggi immutabili. Chi non la vede ovunque, in nessuna parte la vede nel modo giusto.
 Nella grandezza trova la sua protezione.
 La vita è la sua invenzione e la morte il suo artificio per avere molta vita. Il presente è la sua eternità.
 La sua corona è l’amore. Soltanto con l’amore ci si avvicina ad essa.
E’ intera eppure sempre incompiuta, farà sempre come fà. Come mi ha mandato quà così mi riporterà via.
 Ho fiducia in lei.
 Può fare di me quello che vuole. Non odierà la sua opera.”

Il fenomeno originario

La cosa peggiore che possa accadere è che si ritenga ciò che è derivato come ciò che è originario e, poichè non si può derivare l’originario dal derivato, si cerchi di spiegare l’originario con il derivato. Di qui nasce una infinita confusione, un traffico di parole  e un continuo sforzo di cercare altre scappatoie, dove difficilmente la verità viene fuori e può affermarsi.

Il fenomeno originario


La cosa peggiore che possa accadere è che si ritenga ciò che è derivato come ciò che è originario e, poichè non si può derivare l’originario dal derivato, si cerchi di spiegare l’originario con il derivato. Di qui nasce una infinita confusione, un traffico di parole  e un continuo sforzo di cercare altre scappatoie, dove difficilmente la verità viene fuori e può affermarsi.



Ciò che sappiamo, se lo troviamo esposto secondo un altro metodo o addirittura in lingua straniera, riceve un singolare fascino di novità e di frreschezza.


Se due maestri della stessa arte differiscono l’uno dall’altro nell’esporla, l’insolubile problema si trova verosimilmente a metà tra i due.


Non è facile dominare ciò che nella natura è grande, colossale perchè non abbiamo lenti di rimpicciolimento come abbiamo lenti per cogliere l’infinitamente piccolo, perciò bisogna avere ancora occhi come Carus e Nees, affinchè lo spirito ne tragga vantaggio.
Ma poichè la natura nel più grande come nel più piccolo è sempre uguale a se stessa, e un qualsiasi disco opaco ci rappresenta il bell’azzurro come l’atmosfera che circonda la terra, trovo consigliabile fare attenzione a dei campioni e pormeli davanti. Quì l’immenso non è rimpicciolito, bensì esiste nel piccolo, ed è altrettanto incomprensibile quanto l’infinito.


Non riconosceremo mai abbastanza quanto siano necessari l’ausilio, l’informazione, il ricordo, la conservazione e la contraddizione per mantenerci sulla via giusta e per farci avanzare.